HTTPS Sito sicuro e la navigazione è consentitaHTTP o HTTPS, Questo è il Problema. La Rivoluzione SSL

Il protocollo https, questo sconosciuto, un protocollo che consente di trasferire dati in modo criptato tra utente e server, utilizzato ad oggi solo da banche, istituti di credito, siti istituzionali importanti in genere…

Questo era ciò che fino ad un paio di mesi fa era lo stato dell’arte, tuttavia è una situazione destinata a durare per poco.

Sito non sicuro, attenzione!Google infatti ha deciso di imporre il pugno di ferro verso tutti i siti che ad oggi non utilizzano il protocollo sicuro https. Un giro di vite importante e che può travolgere centinaia di migliaia di piccoli siti, di aziende o piccole attività, che dopo aver investito migliaia di euro e sangue per allestire il proprio sito, si trovano a vederlo emarginato.

Ma come può essere? Niente di più facile quando si possiede il più diffuso browser per la navigazione internet al mondo, Chome! A partire dalla versione 56 di chrome, google ha infatti imposto l’imposizione di un marchio, per ora bonario, che avvisa il navigatore che la visualizzazione del sito (che usa il tradizionale protocollo http) è pericolosa e non protetta, il navigatore per ora può decidere se proseguire o meno.

Ma non solo, purtroppo ormai moltissime API fondamentali (come la geolocalizzazione, interazioni con facebook, ecc.) sono state da poco già precluse per i siti che non aderiscono a tale politica.

Viene da se che questa politica imposta, costringerà un imponente adeguamento dei siti web verso il protocollo sicuro e criptato. Ma non certo senza pagarne il costo!

Messaggi di allerta che Chrome mostra ai visitatoriCose da fare:

Convertire un sito realizzato in http significa acquistare un certificato oppure incanalare il traffico web in canali (CDN SSL Gateway); i costi annui possono quindi salire dai 30 ai 150€.

Ma non è tutto, una volta assicurata la trasmissione dei dati in modo protetto; occorre configurare l’host affinchè comunichi e trasmetta tramite tale canale ed aggiornare i DNS nel caso di una CDN; quindi l’intervento di un tecnico sistemista.

Occorre che il webmaster converta il sito, le immagini, i link, i css, gli script e tutto quanto necessario; imputando se occorre anche manualmente l’indirizzo https:// al posto del tradizionale http://

Voi direte, finalmente abbiamo terminato, invece no, una volta convertito l’intero sito per lavorare adeguatamente con il nuovo protocollo; sarà necessario indicizzare il sito ex novo, in quanto per google risulta essere un sito completamente nuovo.

Insomma un costo che per i possessori di un sito web può tradursi facilmente dai 400€ in su; pena l’abbandono dello stesso entro breve.

La tecnologia corre ed ogni anno ci costringe ad inseguirla.